EPK
BIO
Rino Villano è compositore e cantautore di Milano .
Inizia a suonare come chitarrista e cantante in formazioni blues-rock, che gli hanno permesso di formarsi dal punto di vista delle performance live, creando un bagaglio personale di esperienze nel campo dell’interpretazione e dell’improvvisazione, con repertorio rivisitato di cover, insieme a musicisti rodati dell'area milanese.
In seguito comincia a sviluppare un'idea di musica più intimistica.
Sempre più la chitarra elettrica lascia il posto a quella acustica e all’armonica.
Il bisogno di renderla più personale, lo porta alla ricerca di sonorità proprie che nasceranno da emozioni, ricordi ed esperienze della vita.
Così, durante un lungo viaggio per l'Europa, in solitaria, scrive canzoni che lo raccontano attraverso storie, immagini e visioni vissute durante il percorso intrapreso.
Una volta rientrato a Milano, decide di dare voce alle sue idee formando i Grace in Sand.
Il progetto nasce spontaneamente dall’esigenza di creare un suono asciutto e fluido, armonioso e visionario, proprio per portare, chi lo ascolta, a rivivere la dimensione di quel viaggio.
Il genere si sposta verso la musica roots-americana, venato di blues, country, sonorità west-coast, formando così il sound e il mood preciso e riconoscibile dei Grace in Sand.
Nel 2011 registrano il loro primo disco autoprodotto “Grace in Sand”.
Nel 2013, con l’etichetta Ultrasound Records, il secondo “Under the rust”
Oggi, i Grace in Sand, sono al lavoro per la realizzazione del loro terzo disco.
Attualmente, Rino, è anche in attività con la band LACAVA dove, come coautore, nel 2018 registra il disco di esordio della band “Chicken house session”.
// Origin: Milano
// Genres: Roots-Americana
// Years Active: 1998- Present
// Label: Ultrasoundrecords
MUSIC
VIDEO
GRACE IN SAND //
Shouts from the Jungle
Video credit: Claudia Murgese
Montaggio audio e video: Giorgio Guirreri
Location: Cascina Camposoglio
IN THE PRESS
Utopenblog
Rino Villano, folksinger di strada. Se non sei bravo non vai sotto i ponti
Rino Villano “in concerto”: Grace in Sand – Root Music And Folk Song – 11 giugno 2013, ore 10.30 – San Benedetto del Tronto, sotto il ponte della ferrovia, un giorno di mercato...
I musicisti di strada esperti e viaggiatori lo sanno bene, sotto i ponti la musica non sempre funziona. O sei bravo, e allora l'acustica “rinforzata” ti aiuta e ti valorizza (e ti rende), altrimenti mettiti a suonare a cielo aperto, sotto un albero se fa caldo, perché il ponte non perdona.
Rino Villano, quieto ragazzo milanese domiciliato stranamente in Ascoli, musicista per passione, questo lo sa. Quindi, prese le misure come un ingegnere del brutto sottopasso ferroviario che taglia il mercato in due, ci si mette proprio nel mezzo, lato sud. Rimbalzassero come gli pare le onde sonore, lui va sicuro. E piace. Chitarra acustica americana Martin accordata alla perfezione in digitale, pezzi tutti scritti parole e musica in bella calligrafia, piccolo e nero leggio di design regolato a un metro e quindici esatti dagli occhiali, microfono professionale nero opaco su asta pure nera, cassa amplificata minuscola ma fedelissima e, aperto longitudinalmente sul pavimento, il fodero dello strumento, pulitissimo e senza un graffio: le monete che ci piovono tintinnano accordate, disponendosi sul velluto verde in ordine da sole, metà testa metà croce...
Religiosamente root music and folk song, il repertorio. Da Dylan a Baez a Springsteen... ballate country “impegnate”, union songs piene di ideali, contro la guerra, che hanno accompagnato almeno due generazioni di lotte civili di massa, non solo d'America. Rino però è più un interprete-testimone, che “racconta” questi pezzi che tutti conosciamo con eleganza, senza rabbia, senza impeto, col suo timbro vocale educato e ben impostato, per niente rasposo strascicato esasperato. Non imita. Questi pezzi allora appaiono un po' nuovi, sembrano passati in lavatrice. Lui, jeans quasi stirati camicia standard e mocassini, stop. Capelli scuri ordinati e compatti, barbone curato impenetrabile come un cipresso. Mi ricorda il Paolo Pietrangeli degli anni '80-'90, in quel suo disco quasi da combattimento “Un animale per compagno”, la bella voce responsabile, incisiva, chiara, da resistenza...
A parte l'indubbia bravura, Rino “funziona” (lo ammette lui stesso che questa piazza gli è abbastanza redditizia, sic!) anche per questo suo aspetto più rassicurante che rivoluzionario, da bravo figlio, da studioso ragazzo. Sembrerebbe addirittura “neutrale”, se sulla sua chitarra non riportasse l'etichetta “This machine kills fascists”. Per fortuna. Anche lui, almeno dentro, è come il turbolento Woody Guthrie, che settant'anni fa cantava l'esistenza disperata e poverissima di una generazione emarginata e tradita. Anche Rino lo fa, a modo suo. I tempi sono cambiati, all'apparenza. Siamo noi che procediamo a rovescio: invece di finirci la pazienza, ci siamo finiti il tempo. In giro, non c'è più neanche humour...
Pier Giorgio Camaioni
http://utopenwebmagazine.blogspot.com/2013/06/rino-villano-folksinger-di-strada-se.html
Rootshighway
Su sentieri più acustici, di chiara ispirazione roots e vagamente "desertici" si incamminano i milanesi Grace in Sand, suggestivo nome che evoca immediatamente un preciso filone della tradizione americana. Anche la copertina e il suo paesaggio sfumato e onirico sembra suggerire tale percorso: il breve strumentale 27# riflette strade polverose nei riverberi della chitarra di Rino Villano, ma è solo una delle escursioni della band nei territori di certo desert sound alla Calexico, ripreso con più insistenza proprio nella title track, che ospita anche la tromba di Francesco Piras. Per il resto del viaggio siamo trasportati in ambientazioni più rurali, gentilezzze country rock e rustici sapori blues da portico che fanno della sottrazione, del suono roots la loro ragione d'essere, sempre prestando attenzione però alla limpida qualità dell'incisione. Il motivo retrò che accompagna Jazz in Sun è il campanello che annuncia l'anima più sincera dei Grace in Sand. Sulla scia old time di queste melodie si accodano East Circus, lo sbuffante e primordiale rockabilly di Cherry in a Bottle, la ballata bluesy Half Past 8 e il più colorato apporto ritmico di About a Trip, con tonalità da border music. Se questa manciata di brani rappresenta l'aspetto più tradizionale della band (il trio è completato da Enri Castello al basso e Toni Palmitesta allla batteria), sull'altro versante si fanno notare brani dal tessuto più melodico e vagamente west coast (Flower in a Drop, Back Door), che forse avrebbero richiesto una maggiore convinzione in fase di arrangiamento (Anyway chiude con passo elettrico, ma pare un po' smorzata). A tratti l'interpretazione di Villano appare infatti eccessivamente frenata, una soluzione che può funzionare soltanto in alcuni frangenti del disco. Ci sono comunque buoni spunti e qualità tecniche da cui partire per allargare le ambizioni dei Grace in Sand.
Fabio Cerbone
http://www.rootshighway.it/italy/blues_tetons.htm
Baoblog - RocknRoll398
The Chicken House Session – Lacava
CONTACTS
Booking: Rino Villano | rinovillanomusic@gmail.com
Label: UltraSound Records | stefano.bertolotti@ultrasoundrecords.eu
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